domenica 27 ottobre 2013

LE IDEE E LE PROPOSTE PER UNA ITALIA RINNOVABILE

L’Italia deve scegliere un futuro energetico incentrato su fonti rinnovabili e efficienza. Oggi è possibile ridurre fortemente la dipendenza dalle fonti fossili, che fanno male alla salute delle persone, danneggiano l’ambiente e aggravano la crisi economica. E qui è l'interesse dell'Italia e di tutti i cittadini, ma anche l’unica prospettiva di sviluppo che permette di fermare i cambiamenti climatici, ridurre la povertà e garantire la pace.

Vogliamo un Paese che sappia pensare al futuro e porsi obiettivi ambiziosi, in ambito nazionale ed europeo con target obbligatori su rinnovabili ed efficienza, emissioni di CO2 al 2030. La rivoluzione energetica iniziata in questi anni con oltre 600mila impianti distribuiti nel nostro Paese e oltre il 35% dei fabbisogni elettrici soddisfatti nel 2013 deve continuare e contribuire a innovare tutti i settori, per creare nuove opportunità e lavoroVogliamo costruire un alleanza di associazioni, imprese, organizzazioni sociali che dia voce a questa domanda di cambiamento condivisa dalla larga maggioranza dei cittadini italiani.

Oggi la sfida è diversa da qualche anno fa, quando attraverso gli incentivi si è contribuito a promuovere gli investimenti, perché passa per alcune scelte coraggiose capaci di accompagnare una innovazione diffusa nel territorio e di creare opportunità di risparmio energetico e in bolletta.Liberando l’autoproduzione da fonti rinnovabili. Perché è possibile aprire una fase nuova nella generazione energetica, dove poter cogliere appieno i vantaggi di un modello che avvicina la domanda di energia e una produzione pulita e efficiente direttamente negli edifici o nelle aziende.Per riuscirci occorre muovere quei cambiamenti che i Ministri Passera e Zanonato, l’Autorità per l’Energia hanno reso praticamente impossibiliossia poter scambiare energia con la rete elettrica (tanto produco con il mio impianto sul tetto, tanto prendo dalla rete, il sistema di scambio sul posto), ridurre la domanda di energia dalla rete attraverso autoproduzione, efficienza e sistemi di accumulo con batterie, gestione di reti e utenze locali (SEU e RIU i nomi tecnici) che permetterebbero, come avviene in Germania, a Comuni, cooperative e aziende, di realizzare questo tipo di innovazioni. Cancellando miliardi di Euro di sussidi alle fonti fossili dalle bollette. Tra sussidi diretti e indiretti, sconti ai grandi consumatori e oneri impropri, sono diversi miliardi di Europrelevati direttamente in bolletta a cui aggiungere altre forme di sussidio che non gravitano in bolletta e di cui beneficiano persino centrali a carboneSono benefici da cancellare immediatamente per spostarli su interventi di efficienza che aiutino le imprese e le famiglie a ridurre i consumi e quindi la spesa energeticaLiberando da criminalità e appetiti mafiosi il settore delle rinnovabili. Perché in questi anni sono stati troppi gli episodi di illegalità nel settore e perfino di infiltrazioni della mafia in alcuni impianti. La responsabilità è in un quadro di regole nazionali e regionali inadeguato a garantire la trasparenza, in un sistema di incentivi che non premia gliinterventi ben fatti e gli imprenditori onesti, per dare certezza agli investimenti. Serve un salto di qualità attraverso regole che permettano di dare certezze agli interventi integrati nel territorio, compatibili con l’ambiente e il paesaggio, semplificando le autorizzazioni per gli impianti più piccoli e chiarendo vincoli e valutazioni per quelli più grandi. Creando finalmente le condizioni per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. L'efficienza energetica deve diventare la chiave per affrontare i problemi di degrado di milioni di edifici costruiti senza alcuna attenzione al risparmio energetico e al rischio statico e sismico che interessano direttamente milioni di famiglie italiane. I fondi strutturali europei 2014-2020 possono diventare la leva di questo cambiamento perarrivare a individuare e finanziare gli interventi che aiutano le famiglie, le amministrazioni pubbliche, le imprese a riqualificare gli edifici. Per uscire dalla crisi serve il coraggio di individuare politiche nuove nelle città e in edilizia, per arrivare anche a fermare il consumo di una risorsa non rinnovabile come il suoloPerché è in particolare nelle case e nei condomini che oggi diventa possibile creare le condizioni per cui si possa beneficiare di un sistema energetico che premia chi risparmia energia, chi la autoproduce da impianti puliti, chi investe nella gestione delle reti energetiche e nell'accumulo.


Le scelte indispensabili

1-
Cambiare il meccanismo di scambio sul posto dell’energia elettrica. Elevando fino a 5MW la possibilità di accedere al meccanismo per gli impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione ad alto rendimento, come alternativa agli incentivi. Introducendo per gli impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione ad altro rendimento fino a 200 kW la possibilità di accedere allo scambio sul posto di energia attraverso net metering programmato, ossia di bilancio tra energia elettrica prodotta e consumata nell’anno.

2-
Introdurre la possibilità per l'energia termica ed elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili fino a 5 MW e in cogenerazione ad alto rendimento, che non beneficiano di incentivi, di poter essere venduta attraverso contratti di vendita diretta tra privati o a soci di cooperative o a utenze condominiali sulla base di accordi bilaterali nel rispetto delle condizioni di sicurezza e stabilità del servizio e che possa essere distribuita attraversi reti di distribuzione private o utilizzando le reti di distribuzione esistenti. Stabilire chel'autorità per l'energia elettrica e il gas entro 60 giorni definisca le regole per l'attuazione dei contratti di vendita diretta attraverso i SEU (servizi efficienti di utenza)i RIU (reti interne di utenza) e per lo scambio sul posto del net-metering programmato, delle specifiche tecniche per la gestione, la sicurezza e l’accesso alle reti locali.

3-
Eliminare tutti i sussidi diretti e indiretti per le fonti fossili, attraverso un intervento sulle bollette che elimini tutte le voci legate a fonti “assimilate”, rimborsi per centrali inquinanti di riserva o nelle isole minori, oneri impropri e vantaggi per i grandi consumatori che devono essere sostituiti con incentivi per gli interventi di efficienza energetica.

4-
Introdurre una carbon tax  sulla produzione termoelettrica, che spinga innovazione e concorrenza nell’offerta elettrica, premiando l’efficienza in termini di emissioni di CO2. Attraverso un intervento sull'accisa da differenziare sulla base delle emissioni di CO2prodotte dagli impianti si potrebbe spingere questa prospettiva. Una politica di questo tipo si integra con il sistema ETS per spingere sull’innovazione  e soprattutto permetterebbe di premiare le produzioni più efficienti (come le centrali a gas a discapito di quelle a carbone o a olio combustibile) generando nuove risorse.

5-
Riformare le regole delle tariffe biorarie per gli utenti domestici. Per tornare a condizioni di reale vantaggio per coloro che riducono i consumi nei periodi della giornata di picco dei consumi, spingendo l’Autorità per l’energia elettrica a perseguire gli accordi di cartello tra le imprese per tenere alti i prezzi dell’energia elettrica e rifarsi così dei mancati guadagni per la crescita della produzione da fonti rinnovabili, e in particolare del fotovoltaico durante le ore centrali della giornata.

6-
Rivedere la normativa che riguarda regole di approvazione dei progetti da fonti rinnovabili per uscire da una situazione di totale incertezza che non offre alcuna garanzia di trasparenza e informazione per i territori coinvolti e neanche per gli imprenditori onesti. Per continuare nella crescita delle installazioni si deve intervenire con politiche disemplificazione per gli impianti di piccola taglia e al contempo di tutela introducendoprecisi criteri da rispettare per aiutare l’integrazione nel paesaggio e nel territorio degli impianti da biomasse (con precisi criteri per favorire filiere corte), idroelettrici (per garantire deflussi minimi vitali e la tutela dei bacini idrografici), eolici (per garantire tutela della fauna e integrazione paesaggistica), geotermici (per la tutela della falda idrica) e solari. IlGoverno deve intervenire con nuove regole e verificare il recepimento delle Linee Guida nelle diverse Regioni italiane, alla luce anche del “Burden Sharing”, ossia gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili per rispettare gli obiettivi fissati dall’Unione Europea al 2020.

7-
Reintrodurre un sistema di incentivi in conto energia per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici. La cancellazione di questo incentivo ha infatti tolto a famiglie e imprese una speranza fondamentale di rimuovere dai tetti una fibra letale e il cui utilizzo è vietato dal 1992. Ripristinare l’incentivo è fondamentale perché sono in attesa di bonifica circa 50mila edifici pubblici e privati e 100 milioni di metri quadrati strutture in cemento-amianto, a cui vanno aggiunti 600mila metri cubi di amianto friabile.

8-
Introdurre come in Germania un sistema di incentivi per le famiglie e le piccole e medie imprese per impianti fotovoltaici integrati con sistemi di accumulo vincolati a contratti di net-metering programmato con almeno il 60% della produzione in autoconsumo.

9-
Creare condizioni di vantaggio per tutti gli interventi di riqualificazione energetica e statica del patrimonio edilizio. Rendendo permanenti le detrazioni fiscali (65%) per gli interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche del patrimonio edilizio, allargandole alla messa in sicurezza antisismica e differenziandole rispetto al contributo apportato in termini di riduzione dei consumi energetici. Utilizzando la leva dei fondi strutturali 2014-2020 per dare certezza agli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico da parte degli Enti Locali, escludendoli dal patto di stabilità, e di incentivi per gli interventi da parte dei privati su edifici condominiali dove si realizzi il miglioramento della classe energetica.

10 -  Approvare delle specifiche regole per la realizzazione degli impianti eolici offshore, per uscire da una situazione di conflitti e polemiche per la totale assenza di qualsiasi riferimento per la valutazione degli impianti e il coinvolgimento del territorio. Prendere a modello la Spagna che ha stabilito con un piano aree compatibili e incompatibili o la Francia che ha promosso una gara per la selezione di proposte in aree individuate come compatibili.


Nessun commento:

Posta un commento