Non c’è dubbio che tracciare tutte le transazioni economiche oltre i 30 euro sia uno strumento che, in chiave antievasione, potrebbe dare frutti importanti in tema di micro/media evasione. Commercianti, artigiani e professionisti teoricamente dovrebbero essersi già dotati della macchinetta che permette le transazioni elettroniche, ma a noi di Konsumer convince davvero molto poco per una serie di motivi e perplessità che sono di palmare evidenza.
. La prima, su tutte, chi non si è dotato di POS non ha nessuna sanzione prevista per questa sua carenza, infatti la legge detta la condizione ma non la punizione per chi non la rispetterà.
. La seconda, pensiamo a quante parcelle professionali superano abbondantemente i massimali di spesa delle carte di credito e di debito o dei bancomat, queste, mediamente hanno limiti di spesa che variano tra i 2.600 euro ed i 5.200 per le versioni gold. Il consumatore che deve pagare un avvocato, un notaio, un architello o il dentista in unica soluzione si deve presentare con quante carte???
. La terza, tutte le attività che percepiscono provvigioni a pagamento del loro lavoro, si condannano ad un prelievo forzoso e volontario che può pesare anche il 20% del loro onorario? Ci spieghiamo meglio, un agente di assicurazioni, un sub agente, un mediatore immobiliare, un mediatore finanziario lavorano a commissioni che possono essere limitate anche al 4/5% dell’intero importo incassato, mediamente l’8%. Le commissioni delle carte di credito, alcune più di altre, spesso hanno commissioni anche superiori al 2% dell’importo transato. Questi lavoratori, perchè di lavoratori parliamo, devono lasciare in commissioni il 20% delle loro spettanze?? O le pagheranno le mandanti? non crediamo!!
. La quarta, usando una prepagata non vincolata ad un determinato conto corrente ed intestata a nonno di 80 anni nullatenente (patente a punti docet) o ad un immigrato, quante transazioni posso fare in entrata ed uscita facendo abbondanti pernacchie ai controlli fiscali?
E poi c’è appunto il problema costi, i POS non sono gratuiti, si noleggiano ed il costo viene pagato anticipatamente sul c/c del lavoratore autonomo con il canone stabilito dalla banca, chi paga questo costo? Abbiamo il sospetto che a pagare sarà il consumatore, così come per le commissioni di incasso che, l’abbiamo detto, possono arrivare anche ad oltre il 2% della somma transata. Ed appunto vediamo un attimo qual è il costo del Pos? In passato artigiani, commercianti e professionisti sono arrivati ad indicare fino 1.200 euro (CGIA di Mestre) tra costi fissi e commissioni. Gli ordini dei professionisti hanno fatto una ricerca sui fogli informativi del servizio Pos pubblicati dai singoli avvocati. Il risultato è questo: installazione da 0 a 200 euro, canone mensile tra 8 e 30 euro, commissioni tra 0,50 e 2%. Insomma un salasso che crediamo sarà molto poco usato e come per tante esperienze passate, provocherà inutili e dannosi aumenti anticipati e non giustificati su servizi e prodotti.
Ci chiediamo, fermo restando che i grandi evasori, per intenderci, quelli come le case da gioco, graziati di 98 miliardi dal Governo Letta, o, chi può movimentare grandi somme di denaro esterovestendo operazioni finanziarie, o, la criminalità che notoriamente non paga le tasse, gli abusivi sempre meno contenibili nell’industria del falso e così via…., non useranno il POS, e sono la maggior parte del sommerso italiano, perchè chi è in regola, o quasi, dovrebbe utilizzare una macchinetta che genera costi ed il cui mancato utilizzo non genera alcuna sanzione?
Non sarebbe molto più semplice introdurre la detraibilità fiscale complessiva di tutte le spese fatte dal cittadino consumatore, certo sugli utili finali salirebbero le aliquote, ma vuoi mettere a comprare il pane e pagarci le tasse una volta sola che soddisfazione per tutti.
. La seconda, pensiamo a quante parcelle professionali superano abbondantemente i massimali di spesa delle carte di credito e di debito o dei bancomat, queste, mediamente hanno limiti di spesa che variano tra i 2.600 euro ed i 5.200 per le versioni gold. Il consumatore che deve pagare un avvocato, un notaio, un architello o il dentista in unica soluzione si deve presentare con quante carte???
. La terza, tutte le attività che percepiscono provvigioni a pagamento del loro lavoro, si condannano ad un prelievo forzoso e volontario che può pesare anche il 20% del loro onorario? Ci spieghiamo meglio, un agente di assicurazioni, un sub agente, un mediatore immobiliare, un mediatore finanziario lavorano a commissioni che possono essere limitate anche al 4/5% dell’intero importo incassato, mediamente l’8%. Le commissioni delle carte di credito, alcune più di altre, spesso hanno commissioni anche superiori al 2% dell’importo transato. Questi lavoratori, perchè di lavoratori parliamo, devono lasciare in commissioni il 20% delle loro spettanze?? O le pagheranno le mandanti? non crediamo!!
. La quarta, usando una prepagata non vincolata ad un determinato conto corrente ed intestata a nonno di 80 anni nullatenente (patente a punti docet) o ad un immigrato, quante transazioni posso fare in entrata ed uscita facendo abbondanti pernacchie ai controlli fiscali?
E poi c’è appunto il problema costi, i POS non sono gratuiti, si noleggiano ed il costo viene pagato anticipatamente sul c/c del lavoratore autonomo con il canone stabilito dalla banca, chi paga questo costo? Abbiamo il sospetto che a pagare sarà il consumatore, così come per le commissioni di incasso che, l’abbiamo detto, possono arrivare anche ad oltre il 2% della somma transata. Ed appunto vediamo un attimo qual è il costo del Pos? In passato artigiani, commercianti e professionisti sono arrivati ad indicare fino 1.200 euro (CGIA di Mestre) tra costi fissi e commissioni. Gli ordini dei professionisti hanno fatto una ricerca sui fogli informativi del servizio Pos pubblicati dai singoli avvocati. Il risultato è questo: installazione da 0 a 200 euro, canone mensile tra 8 e 30 euro, commissioni tra 0,50 e 2%. Insomma un salasso che crediamo sarà molto poco usato e come per tante esperienze passate, provocherà inutili e dannosi aumenti anticipati e non giustificati su servizi e prodotti.
Ci chiediamo, fermo restando che i grandi evasori, per intenderci, quelli come le case da gioco, graziati di 98 miliardi dal Governo Letta, o, chi può movimentare grandi somme di denaro esterovestendo operazioni finanziarie, o, la criminalità che notoriamente non paga le tasse, gli abusivi sempre meno contenibili nell’industria del falso e così via…., non useranno il POS, e sono la maggior parte del sommerso italiano, perchè chi è in regola, o quasi, dovrebbe utilizzare una macchinetta che genera costi ed il cui mancato utilizzo non genera alcuna sanzione?
Non sarebbe molto più semplice introdurre la detraibilità fiscale complessiva di tutte le spese fatte dal cittadino consumatore, certo sugli utili finali salirebbero le aliquote, ma vuoi mettere a comprare il pane e pagarci le tasse una volta sola che soddisfazione per tutti.
Nessun commento:
Posta un commento