"Pacchetti viaggio offerti a prezzi scontatissimi. Peccato che si trattava in realtà di un ‘malware’. Nella notte tra l’11 e il 12 settembre la pagina Facebook di Alpitour è stata vittima di un furto d’identità che – spiega la stessa Azienda – ha impedito il controllo su quanto veniva pubblicato.Obiettivo degli hacker era, forse, quello di entrare in possesso di dati sensibili dei clienti che, allettati dall’offerta, avrebbero cercato di acquistare il pacchetto. Apitour rassicura “sulla totale sicurezza di tutti i dati sensibili relativi ai nostri clienti. Questo tipo di attacco non è assolutamente in grado di raggiungere i dati in possesso dell’azienda, dati che risiedo su nostri server interni e non su Facebook”. Tuttavia su quello che è successo cliccando sui link postati in quei giorni non c’è certezza e neanche Alpitour azzarda delle previsioni." ( fonte Help Consumatori ).
Siamo arrivati al paradosso che, mentre i cittadini sono continuamente invitati a difendersi dagli attacchi informatici, le aziende risultano spesso negligenti. Oggi siamo tutti attenti a difendere i nostri dati, ma poi scopriamo che le aziende non fanno altrettanto, esponendoci indirettamente a rischi pericolosissimi. Chiediamo che le aziende che hanno a che fare con i nostri dati, non ci espongano più a tali rischi. Le piattaforme informatiche per il commercio non devono esser viste solo come "galline dalle uova d'oro" ma si devono basare su protocolli rigidi di difesa per i consumatori. Che casi come quello di Alpitour non capitino più, soprattutto, perché causati da una "semplice" violazione di un profilo Facebook...
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