lunedì 17 febbraio 2014

Rc Auto, per alcuni continua la farsa, per i cittadini è dramma.

Era appena il 25 Novembre quando vengo a conoscenza dell’intenzione di inserire nel Decreto “Destinazione Italia” di alcuni punti riguardanti la Rc Auto, con la ferma convinzione del Governo ad influire con decisione sull’abbassamento delle tariffe pagate dai cittadini, almeno il 10%, non meno, forse più.
Come sempre accade in questi frangenti ci sono molti incontri, scambi di opinioni, si allacciano alleanze sulle convergenze e si spera che siano proprio le proprie teorie, quelle che poi saranno incluse nell’articolato che ne uscirà. Si intuisce di un testo che uscirà non proprio all’altezza delle aspettative ma comunque, seppur in un solo articolo, sintesi di qualche opportunità in più per dare al sistema alcune regole che possono influire nella riduzione delle tariffe, penso alle riduzioni di sistema, non a quelle che possono essere solo fumo agli occhi, per esser chiari gli sconti obbligatori condizionati all’accettazione, da parte del consumatore, di particolari clausole. 
E’ sul sistema che si deve influire affinché si torni ad una vera sostenibilità dello stesso. 
E sì, dopo 10 anni ancora a parlare di sostenibilità, ma di che altro si deve preoccupare un’associazione consumatori se non della sostenibilità dei sistemi, o, per meglio dire, della microeconomia dei cittadini, che poi micro non è all’interno del nucleo familiare rispetto all’approvvigionamento di tutto quanto necessita allo stesso, che poi micro non è se sommato a tutti gli altri micro, è il PIL nazionale. Certo c’è la finanza, c’è lo stato, c’è….tutto ma non ci sarebbe nulla senza i cittadini e le loro microeconomie, la più grande, in tutti i sensi, lobby del Paese.
Ma è una lobby di cartone, oltretutto bagnato, tale da renderlo molle e vulnerabile ad ogni minimo urto. Quindi della sostenibilità del sistema, torniamo all’assicurativo Rc Auto, non solo non importa granché alle piccole e mediocri lobby autoreferenziali che si aggirano nei meandri della Rc Auto ed in particolare nell’area sinistri, ma incredibilmente, queste lobby si fanno sovrastare dalle componenti parassitarie che in esse alloggiano e speculano nella Rc Auto. Nell’essere lobby non c’è nulla di male, lobby è essere orgogliosi del proprio settore, delle proprie idee, del proprio lavoro o dei propri interessi e metterli a fattor comune con altri soggetti che abbiano stessi interessi o le stesse finalità, stesso lavoro o stesse idee e così via. Se esistesse davvero la lobby dei consumatori, se fosse determinata ed attenta ai propri interessi come altre, sarebbe sicuramente la più potente, ma come detto, non c’è. 
Sono le varie lobby che agiscono contro la sostenibilità di sistema? In alcuni casi sì, in molti no ma le componenti avvezze alle speculazioni che vi si annidano, sempre, e questo anche contro le componenti sane della lobby stessa.
Così all’uscita del testo del decreto “Destinazione Italia” ecco partire a raffica l’intera dotazione di contraerea disponibile nelle aree di interesse toccate. E si lamentano i carrozzieri perché nel decreto si tocca la cessione del credito, e si lamentano perché con il risarcimento in forma specifica chiuderanno tante carrozzerie, siamo sicuri che sia per questo che chiuderanno?? Forse 17.000 carrozzerie in Italia sono un po’ troppe, in Francia sono la metà e si dice che si debbano ancora ridurre nei numeri. Il carico di lavoro che si sviluppa in Italia per questi artigiani è insufficiente per tutti e non è un caso che si riesca a pescare spesso qualcuno con le mani nella marmellata per aver barato sulle riparazioni, per aver aumentato le ore di lavorazione o per essere colluso in qualche giro di sinistri falsi. Per fortuna è la minoranza e la leggiamo sui giornali. La maggioranza sono operatori onesti che si sobbarcano ingenti investimenti per tenere in piedi e in regola la baracca, moltissimi di loro si sono inseriti volontariamente in reti, come “ReteOpac”, assolvendo a requisiti di qualità, sicurezza, servizio, confronto, che non hanno nulla da invidiare a francesi, tedeschi o svizzeri, e non hanno neanche nulla da temere da un risarcimento in forma specifica, le imprese di assicurazione da chi potranno mai andare per fare accordi se non da loro? Poi parliamoci chiaro, ma quante carrozzerie sono completamente estranee ad accordi con le imprese di assicurazione? Quanti di quelli che gridano sulla libera scelta del cliente sono senza alcun accordo sottoscritto nel cassetto del proprio ufficio? Molto pochi. Quindi dove è il problema? O il problema è nelle confederazioni che nella riduzione dei numeri dei poco e male occupati vedono il rischio di una riduzione verticale di propri iscritti e quindi ad una riduzione dei servizi che erogano a pagamento agli stessi? A pensar male si fa peccato ma molto spesso ci si indovina diceva il Senatore Giulio Andreotti. Niente da vergognarsi è lo stesso identico problema che assilla CGIL CISL e UIL sul fronte dei tesserati dipendenti attivi ormai ben inferiori ai pensionati, quindi siete in buona compagnia. Cari amici carrozzieri onesti e scevri da interessi diversi dal vostro lavoro, ci si batte sul servizio, sulla qualità, sulla sicurezza delle riparazioni e sulla condivisione di tutto questo con i consumatori che per voi sono clienti anche quando a darvi l’incarico è una compagnia di assicurazione, lo sarebbero ancora di più se parlassimo di sicurezza della circolazione ed impedissimo di far circolare scassoni plurisinistrati che rappresentano un vero pericolo per i proprietari come per ogni utente della strada si trovi ad incrociarli. Ma se le premesse fossero gli accordi prima con i vostri clienti, i consumatori e dopo con ogni altro sistema, servizio o procedura, allora con queste premesse non abbiate paura perché non avreste regole imposte da alcuno, men che meno dalle imprese di assicurazione, ma il passetto verso i consumatori dovete farlo e non arroccarvi su utili temi per altri interessi e non per i vostri.
Paura del divieto della cessione del credito? Su questo noi crediamo che la strada da percorrere sia quella del divieto della cessione del sinistro, che è cosa diversa, il credito si può anche cedere, ma per farlo ci vuole che il credito sia indicato secondo un valore determinato ed individuato anche nella sua effettiva disponibilità da parte del cedente. Insomma che non sia una pura e semplice promessa di incasso su qualcosa che al momento della cessione non può essere neanche determinata come diritto. Fatto questo si può pure cedere il credito come si cedono tutti gli altri crediti, ma non si può cedere un credito indeterminato, questo proprio no, noi vorremmo sapere quanto ci costa una riparazione prima che questa sia effettuata, vogliamo sapere quali lavori vengono eseguiti sul nostro veicolo e per quale motivo una compagnia paga o non paga il corrispettivo richiesto. Quindi cediamo pure il credito, ma solo dopo che sia determinato ed il consumatore possa firmare un documento in cui ci sia riportato l’importo che si cede. Un po’ più trasparente non credete?
Sulle scatole nere e sugli sconti dirigisti, è bello poter dire 10% in meno qui, 4% qui, 7% qui…. È bello ma è inutile per tre motivi: il primo perché quando era Ministro delle attività produttive l’On. Enrico Letta provò a bloccare le tariffe della Rc Auto, ma dopo un paio d’anni, quando già non era più lui il Ministro interessato, l’Europa ci condannò per il dirigismo che rappresentava quella norma, che di fatto bloccò le tariffe per un anno salvo recuperare subito dopo con aumenti a due cifre percentuali. Il secondo motivo è quello che se ci aggrappiamo così tenacemente nel chiedere la sostenibilità di sistema è perché chiediamo tariffe umane derivanti da effettive riduzioni di spesa, non invenzioni da salotto, che vuol dire sconto del 7, del 10 del 4 da dove si parte? Da 2000 euro? Mi dispiace 1800 euro per una polizza Rc Auto non sono ancora sostenibili, i consumatori vogliono pagare cifre che si possano pagare in un paese dove la disoccupazione è galoppante, dove aziende riducono gli stipendi ed i salari, dove la cassa integrazione è l’unico reddito di migliaia di famiglie, dove lo Stato chiede interessi, more e agi su mancati pagamenti inumani. La Rc Auto deve costare come nel resto d’Europa e senza figli e figliastri, per tutti regole che possano provarsi sulle qualità o sui difetti di ognuno. Serve un nuovo modello di Bonus Malus, e questo nel decreto non c’era. Terzo punto, chi ha già montato una scatola nera ottiene sconti ben superiori a quelli imposti nel decreto, forse sfugge al legislatore che in base alla flessibilità tariffaria una tariffa si può, già ieri, senza invenzioni, scontare del 50%. Allora fumo agli occhi dei cittadini, ulteriori spese per le imprese assicurative da rimettere in tariffa, altri aumenti generalizzati per quale motivo? La scatola nera, ha funzioni sorprendenti in tema di sicurezza della circolazione e delle persone. E’ passato per un attimo in mente al legislatore che tra un anno con i dispositivi e-call che saranno montati dalle case costruttrici tutti i veicoli potranno essere dotati di scatola nera con pochi euro di differenza? Anticipare il recepimento di quella normativa non sarebbe stato più facile influendo poi, solo sul parco veicoli usati modulando l’installazione ad ogni passaggio di proprietà? Troppo facile? Pazienza allora continuiamo a farci del male ed a prenderci in giro. E’ uno sport nel quale riusciamo benissimo. La scatola nera e la sua installazione merita sconti ben superiori a quelli indicati e le compagnie lo sanno benissimo, il problema è abbattere i costi di installazione e renderle uno strumento di sicurezza attiva del veicolo estendibile alla persona fuori dal veicolo. Non è impossibile anzi è più facile di quanto si pensi. 
Ma fin troppa l’approssimazione con cui si è presentato l’articolo stralciato dal Destinazione Italia, poi ripetuta nel disegno di Legge Governativo. Vista l’inutilità della politica nella fase in cui dovrebbe avere maggior influenza e concretezza, vogliamo approfittarne per rimettere le carte in tavola e ragionare tra parti in causa cercando di essere noi stessi più concreti della inutile politica? Magari, come nel passato, portando i compiti già svolti potremmo tutti avere un sistema Rc Auto sostenibile in cui tutti abbiano a guadagnarci 2 volte, una volta come cittadini consumatori, ed una seconda come operatori qualificati, Imprese assicurative comprese.
Di certo sul tavolo ci saranno discriminazioni oggi presenti che vanno assolutamente eliminate. La prima è la discriminante territoriale che di fatto rende intere regioni colpevoli solo dell’essere maggiormente vittime di speculazioni e furberie. La seconda è che sui risarcimenti per danni alle persone non sia più mortificata la vittima del lavoro, cadere da un’impalcatura non può valere da 3 a 5 volte in meno che essere vittime di un incidente stradale. La sofferenza fisica, a parità di lesione, o la morte non è diversa, così stando le cose da qualche parte c’è qualche errore. Quell’errore va corretto.
Fabrizio Premuti - Presidente Nazionale Konsumer Italia