Sembra solo un
giro, o gioco, di parole; eppure fa tanta differenza. La mission è la tutela dei diritti dei consumatori (questa è comune
ad entrambe), la sostanza sta nel riconoscere il consumatore come protagonista
o come semplice “cliente”, se non addirittura nell’appiccicare ad un nome un
numero. Per le Istituzioni
l’importante è che di nomi associati a
numeri ce ne siano a sufficienza per
assolvere il concetto di rappresentatività. Per alcune Associazioni è invece fondamentale
che sia sanata la violazione di un diritto sperimentata dal consumatore sulla
propria pelle. Ad altre organizzazioni, poi, interessa principalmente dare risonanza al loro nome piuttosto che
tutelare il consumatore. Chi avrà mai ragione? Nell’Italia ostaggio delle
apparenze, dei favoritismi, di interessi assolutamente mal celati è scandaloso
che viga ancora un ruolo di premiership legato ai “tyrannosaurus rex del
tesseramento” (partiti o sindacati poco importa), figli di un retaggio atavico
che porta alla prevalenza del numero sui contenuti. Ebbene il dover partire da
zero, quasi zero, grazie alla nutrita
presenza del corpo delle professionalità prima presenti nel mio stesso passato,
mi ha portato a riconsiderare due valori
su tutto. Il primo è appunto la professionalità:
senza non si va lontano. Il secondo è la
capacità di raggiungere le persone,
considerandole persone e non numeri. Certo, ne soffrono i numeri, probabilmente quelli necessari per essere
riconosciuti dalla legge come rappresentativi: Konsumer ne è l’esempio. Non
avendo molti mezzi, e godendo di poca visibilità, ci dobbiamo “accontentare” di aver risolto il caso del
consumatore, che grazie al passaparola è arrivato fino a noi. E questo non
solo ci accontenta, ma ci gratifica.
Certo per le attuali
istituzioni diventeremo rappresentativi quando il passaparola sarà così forte
da poterci mettere in relazione a tanti casi quanti sono i numeri richiesti, ma
non ce ne facciamo un cruccio, anzi, per noi è un vanto. Noi alla collettività non costiamo un centesimo, ma le nostre poche
migliaia di tessere sono tante quanti i casi risolti e sottratti al contenzioso.
Ma per quanto ancora le istituzioni continueranno a dar credito ai numeri e non
ai fatti? Alla luce dei nuovi rapporti, scevri da pregressi rancori, dico: viva
quelle associazioni inesistenti, grazie a cui esistiamo anche noi; viva quelle
associazioni professionalizzate, grazie a cui il diritto è diritto e non
mediazione obbligatoria spesso al ribasso. Grazie a Help Consumatori, al Salvagente,
a Tv 2000, a Radio 24, a Di martedì,
a Mi manda Rai Tre, a Ballarò, a tutti i media che ogni volta
hanno aiutato non noi, ma i Consumatori a far emergere una criticità collettiva
che altrimenti sarebbe rimasta nell’oblio della prepotenza. Allora care istituzioni, per quanto ancora
dovremo attendere uno Stato dei Fatti e dei Diritti chinando il capo ad uno
Stato dei Privilegi? CNCU chi sei tu?
Fabrizio Premuti - Presidente nazionale Konsumer Italia
Leggi l'editoriale su InfoKonsumer ( clicca qui )
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